Campania Rosso IGP, Trebulanum, Alois, 2009
Trebulanum 2009 Alois |
È così che, cercando in cantina, mi è capitata tra le mani una bottiglia di Trebulanum 2009 di Alois e, come se avessi di fronte un'istantanea, ho riletto tra i miei pensieri quello che è il loro trascorso storico, tra l'altro già sintetizzato in occasione dell'assaggio del Caiatì 2015 (LINK).
Quest'oggi sono qui, dunque, a raccontarvi qualche aneddoto, e le mie personali impressioni, riguardo a questo rosso ottenuto da una varietà dalle origini antichissime: il Casavecchia. Molto probabilmente, stando ai racconti di Plinio il Vecchio, è l'uva con cui si otteneva il Vinum Trebulanum, quello bevuto dai legionari romani durante l'insediamento di Trebula Balliensis, attualmente chiamata Treglia, una frazione di Pontelatone. Di quest'uva negli anni se n'è persa traccia, e l'epidemia causata dalla fillossera sembrava ne avesse stroncato definitivamente la sorte, sicchè a fine ottocento Scirocco Prisco, un contadino di Pontelatone, ne ritrovò un vigoroso ceppo di fianco al rudere di una vecchia abitazione rurale, ed iniziò a riprodurlo e diffonderlo nuovamente. Gli altri contadini del posto poi, usando un gergo strettamente dialettale, iniziarono a chiamare la varietà riscoperta "l'uva e chella casa vecchia", da cui è derivato il nome con cui è a noi attualmente nota, ovvero Casavecchia!
Il Trebulanum, rosso di punta degli Alois, omaggia quindi col suo nome quello che è il trascorso storico di questo antico vitigno, che loro allevano in un fazzoletto di 1,5 ha d'estensione, caratterizzato da un suolo di natura pozzolanica e ricco di microelementi. La resa è bassissima, si attesta intorno ai 50 q.li/ha, e le uve appena raccolte vengono vinificate in acciaio, dove il mosto fermenta a contatto con le bucce per 20 giorni. In seguito il vino viene travasato in tini da 80 hl, in cui svolge totalmente la malolattica e matura per ben 18 mesi, per poi passare in bottiglia per un affinamento minimo di 12 mesi prima della commercializzazione.
Calice alla mano mi trovo dinanzi ad un vino dalla vivida e fitta veste granata, impenetrabile, lenta e composta nelle roteazioni del bicchiere, cui si aggrappa denotando una notevole ricchezza in estratto.
Il primo impatto al naso è "foxy", ricorda il cuoio e la pelliccia, poi subentrano toni scuri di humus, di moka e di cioccolato, a seguire la liquirizia ed il chinotto, ed infine l'amarena sotto spirito.
In bocca si palesa la ricchezza estrattiva preannunciata nelle considerazioni iniziali, con un sorso pieno, caldo ed avvolgente, che trova il giusto dinamismo grazie ad una notevole freschezza che ravviva il palato e gioca in sinergia con dei tannini incisivi, ma ben maturi, ed una sapidità che dona ancor più carattere e piacevolezza alla bevuta. Lunga ed appagante, infine, la carrellata di aromi che si ripetono puntuali ed in sequenza, tra cui fanno capolino soprattutti quelli scuri e terrosi.
Un grande vino, per certi versi rustico, ma è proprio quella la sua connotazione, che attualmente sfoggia una piena maturità ed armonia, per compiutezza ed integrità, che saprà conservare per diversi anni ancora.
Un vino da saper aspettare per due motivi distinti e comuni al tempo stesso: il primo è la giusta maturità, il secondo è il giusto respiro al momento della stappatura.
Se lo trovate in giro munitevi di un calice voluminoso e di un piatto su cui possa trovare terra fertile, come il Ragù di Capra, ed il divertimento sarà assicurato!
Prezzo in enoteca: 20-25€ (per le ultime annate in commercio)
Contatti: www.vinialois.it
Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina
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Grazie per aver descritto e raccontato del Trebulanum e dell'altocasertano. Ti seguiamo e siamo sempre deisiderosi di conoscere altre realtà descritte con il tuo puntuale punto di vista.
RispondiEliminaUn saluto da Talita e Massimo.
E'per me un piacere innanzitutto e, poi, un orgoglio poter raccontare la grandezza di quei vini campani che lasciano il segno, che comunicano un'identità territoriale e lo stile di un produttore!
RispondiEliminaSaluti a te e Massimo, Antonio