mercoledì 25 aprile 2018

Marsiliano,La Sibilla, 2008

Di Antonio Indovino

Campania Rosso IGT, Marsiliano, La Sibilla, 2008

Marsiliano 2008
La Famiglia Di Meo, viticultrice da 5 generazioni, è originaria del centro storico di Bacoli, un borgo di contadini e pescatori. Nel 1930 il nonno di Luigi si trasferì sulla collina di Baia, dove costruì la storica cantina, e su di essa la dimora in cui vivere con la moglie ed i 9 figli. Negli anni ’80 i cugini di Luigi intrapresero strade diverse e lui, supportato dal nonno, decise di coltivare la sua passione per quelle viti e quella terra in cui aveva trascorso la sua infanzia. Fino ai primi anni ’90 i vini venivano venduti sfusi poi, in seguito al riconoscimento della DOC, Luigi ha iniziato ad imbottigliare a marchio proprio dal 1997, insistendo sulle varietà autoctone, come il Piedirosso e la Falangina, e recuperando antichi cloni a piede franco di Marsigliese ed Olivella Nera, di Coda di Volpe e Verdeca. La svolta definitiva è arrivata con la man forte dei figli Vincenzo, Salvatore e Mattia. Vincenzo si è laureato in viticoltura ed enologia, ed ha impresso ai vini una forte identità territoriale. Salvatore, diplomato in agraria, conduce le vigne insieme al papà. Infine Mattia, laureando in economia, aiuta la mamma in azienda,  in attesa della maturità necessaria a dirigerla commercialmente. 

Quest’oggi vi parlo del Marsiliano 2008, un rosso da Marsigliese, Olivella e Piedirosso, vinificato in acciaio, elevato in barrique per 12 mesi e maturato in bottiglia per 24 mesi prima della commercializzazione. Tinto di un vivido e fitto color granato, sfoggia un naso affumicato, ematico e terroso in prima istanza, che si apre poi su toni balsamici, di visciole macerate in alcool, di arancia sanguinella e gerani essiccati. È agile e d’impatto nella bevuta, s’impossessa del palato avvolgendolo inizialmente con la sua morbidezza e sovvertendolo poi con un’acidità sferzante, una percettibile e rifinita trama tannica, ed una piacevolissima chiusura sapida, intrisa di lunghi richiami aromatici.

Un rosso da bere entro i 16°C con una Scaloppina di Vitello alla pizzaiola con patate arrosto.


Prezzo in enoteca: 20-25€ (per le ultime annate in commercio)
Contatti: www.sibillavini.com


Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina
 


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martedì 17 aprile 2018

Ognostro, Marco Tinessa, 2012

Di Antonio Indovino

Vino Rosso VDT, Ognostro, Marco Tinessa, 2012

Ognostro 2012 di Marco Tinessa
Raccontare la storia di Marco Tinessa e del suo vino Ognostro non è cosa facile se non si comprende la logica che c’è a monte. Lui è di origini beneventane, un broker di professione ed un sommelier per passione. Ecco, la parola chiave che dà un nesso a tutto è la passione: quella che a poco più di 20 anni lo spingeva a girare per le cantine più importanti d’Italia e non solo, quella con cui, nel 2006, ha convinto un contadino di Montemarano, riuscendo e mettere le mani su pochi filari di vecchie viti di Aglianico. Grazie alle origini siciliane della mogie conosce Frank Cornelissen, con cui condivide l’idea di produrre dei vini purmente artigianali, con cui nel 2007 vinifica sull’Etna la prima annata di Ognostro: alla ricerca della pura espressione di un uva e del territorio. Solo 600 bottiglie prodotte, frutto di bassissime rese in vigna, di fermentazioni spontanee cui seguono 7 mesi di macerazione, di 3 anni in anfora ed 1 anno di bottiglia: senza filtrazioni nè stabilizzazioni, e con pochissima solforosa aggiunta. Adesso con consapevolezza effettua macerazioni più brevi, è passato dalle anfore alla vetroresina ed al cemento, lavora in bio su qualche filare in più, produce 2000 bottiglie e sogna un secondo vino, magari beneventano, ed un’azienda agricola tutta sua! 

La 2012 è evoluta nel colore, comunque vivido, e densa nel calice: per estratto più che per concentrazione cromatica. Al naso inizialmente emergono profumi di terra, ginepro e caffè macinato, con richiami di ciliegie nere sotto spirito, alloro, cera ed una nota ematica di fondo. Il sorso è d'impatto, morbido ed avvolgente in prima istanza, poi la grande freschezza sovverte il quadro facendo il gioco di un tannino fitto e vigoroso, ma comunque lenitiva ed in simbiosi con una piacevole percezione sapida. Lunga, coerente e gratificante la chiusura di bocca, in cui si ripropongono principalmente i tratti aromatici scuri e vegetali. Un rosso di carattere e capace di evolvere ulteriormente, da bere in un calice piuttosto ampio, a 16°C, con uno Stinco di Maiale al forno.

Prezzo in enoteca: 30-35€ (per le ultime annate commercializzate)
Contatti: www.ognostro.it


Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina
 

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giovedì 12 aprile 2018

Aglianico Vigna Girapoggio, Verrone Viticoltori, 2011

Di Antonio Indovino

Cilento Aglianico DOP, Vigna Girapoggio, Verrone Viticoltori, 2011

Aglianico Vigna Girapoggio 2011
Ci troviamo in località Cannetiello, ad Agropoli, alle porte del Parco Nazionale del Cilento. Qui nel 1967 Antonio Verrone, spinto dalla passione per la viticoltura, impianta i primi vigneti di Aglianico e Fiano: una scelta logica per lui che, con lungimiranza, ha creduto sin dall’inizio nelle varietà tradizionali. Questi vigneti dimorano sui declivi collinari lungo i quali sono stati ricavati dei terrazzamenti a “Girapoggio”, a 150m di altitudine, affacciati sulla costa cilentana. Ad essi si sono aggiunte recentemente le vigne di Fiano nel borgo di Rocca Cilento, ad 800m slm: tutte curate personalmente, con tecniche a basso impatto ambientale, da Antonio e dai figli Paolo e Massimo, supportati dall’enologo cilentano Alfonso Rotolo

Quest’oggi vi parlo dell’Aglianico Vigna Girapoggio 2011, un Cru che viene proprio dalla vigna storica, caratterizzata dal suolo ricco del tipico flysh cilentano. Le uve, concentrate dalle basse rese, vengono vinificate in acciaio, dove il vino matura per 12 mesi, ed affinato poi in bottiglia per altri 12 prima della commercializzazione. Nel calice ha una vivida ed impenetrabile veste rubina, che trasmette ricchezza in estratto, struttura, ed una buona dose di alcolicità: per la lacrimazione lenta, fitta e regolare. Il naso è d'impatto, fine e ben articolato: esordisce su toni di marasca sotto spirito, poi rosa appassita, richiami terrosi, mentolati e di macchia mediterranea. In bocca è pieno, morbido ed avvolge il palato con una piacevole carezza alcolica. È sorretto da una grande freschezza a supporto di un tannino vigoroso, ed impreziosito da una stimolante sapidità che rende la bevuta ancor più piacevole. Appaga in chiusura con coerenti ritorni aromatici di frutta in prima istanza, che cedono poi il passo a quelli vegetali e terrosi. 

Un rosso territoriale, di carattere, pienamente apprezzabile e capace di evolvere ulteriormente: da bere in un calice piuttosto ampio, a 16°C, magari con una Tagliata di manzo al rosmarino con patate arrosto.

Prezzo in enoteca: 10-15€
Contatti: www.verroneviticoltori.it 


Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina
 


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venerdì 6 aprile 2018

Fiorano Rosso, Tenuta di Fiorano, 1994

Di Antonio Indovino

Vino da Tavola, Fiorano Rosso, Tenuta di Fiorano, 1994 

Tenuta di Fiorano
Passeggiare tra queste vigne alle porte del comune di Roma, immersi nella natura, nei suoi colori, profumi e rumori, sembra quasi irreale e ti riporta indientro di 50 anni nel tempo. Se si chiudono gli occhi, si riesce ad immaginare il Principe Alberico in giro col suo cavallo, piuttosto che su un trattore, lì in Via di Fioranello, nella sua Tenuta di Fiorano, di cui ho già avuto modo di parlare precedentemente (link).

In occasione della mia visita ho avuto la fortuna di poter provare una delle ultime vendemmie prodotte dal Principe, ed in particolar modo il suo rosso di punta: il Fiorano Rosso 1994! Dai racconti dei suoi conoscenti emerge una sua gelosia morbosa per quelle vigne e per i vini che ne produceva, al punto tale che la sua cantina era inviolabile, e che alla scoperta di esser gravemente malato, nel 1998, decise di spiantare tutte le vigne: purchè non andassero a finire in mano di altri!

Con in mano un calice del suo rosso da taglio bordolese, ed apprezzandone quindi qualità e tenuta nel tempo, non si può che annuire e dare un senso, forse, a cotanta possessività ed al legame paterno che indissolubilmente lo legava a quelle vigne e quel vino: fortemente voluto e prodotto con le varietà transalpine che lui tanto amava. Ottenuto da Cabernet Sauvignon e Merlot (65 e 35%), il suo vino maturava per 30 mesi in botti di rovere di Slavonia da 10hl, ed affinava almeno 2 anni in bottiglia prima della vendita.
 
Nel calice mette in mostra i suoi anni con grande disinvoltura, tinto di un rosso granato piuttosto trasparente, ma soprattutto vivido, luminoso. Al naso è molto evoluto, la fanno da padrona i profumi animali di pelliccia e cuoio, cui seguono echi pepati, balsamici, di cioccolato, di tabacco, di sottobosco e di legna arsa, di foglie e fiori secchi: il tutto su uno sfondo di amarene sotto spirito.
La moderata concentrazione cromatica trova riscontro nel sorso che è sì d'impatto, ma non gioca le sue carte sulla struttura. Agile e snello, è setoso, succoso, dotato di una buona freschezza, un tannino evoluto ma non per questo cedevole, anzi, ed una sapidità che rende il sorso stimolante, ed invita alla bevuta successiva, ancor prima che la lunga e coerente carrellata aromatica si sia dissolta nel palato.
 

Di certo non è una delle migliori espressioni, complice una non perfetta maturazione fenolica delle uve per l'andamento siccitoso dei mesi estivi, e la vendemmia anticipata. Ciò nonostante preferirei averne in cantina, per berlo adesso e non per conservarmelo. Sta di fatto che è difficile reperirne in commercio, e ne ho goduto finchè potevo: senza immaginarne il corretto abbinamento in tavola. Sfido chiunque, dinanzi a tale opportunità, dinanzi all'etichetta del primo taglio bordolese italiano (1956)!

Prezzo in enoteca: 50-55€ (per le ultime annate in commercio)
Contatti: www.tenutadifiorano.it

Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina
 


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Biancuzita, Torre A Oriente, 2014

Di Antonio Indovino

Falanghina del Sannio DOC, Biancuzita, Torre A Oriente, 2014

Biancuzita Torre A Oriente 2014

Siamo a Torrecuso, in provincia di Benevento, sulle pendici del Massiccio del Taburno. In questo contesto collinare, sotto la conduzione di Patrizia Iannella, nel 2002 nasce l'Azienda Agricola Torre A Oriente. L'intento è quello di portare avanti e valorizzare una tradizione familiare ultra-centenaria, che da sempre si è contraddistinta per la tipicità dei suoi prodotti. I primi passi partono dalle vigne, convertendo le vecchie pergole a spalliera ed infittendo gli impianti, per poi ristrutturare la cantina con attrezzature moderne e più efficienti. Gli allevamenti, di Aglianico e Falanghina, sono condotti con sistemi di lotta antiparassitaria integrata, a basso impatto ambientale quindi, favorendo altresì l’inerbimento dei filari per garantire una corretta nutrizione azotata. Di grande importanza è soprattutto il lavoro di governo che viene svolto sulla chioma e sul carico di gemme delle piante: fondamentale per regolare la giusta fotosintesi in funzione del carico dei ceppi, volontariamente contenuto per concentrare negli acini sostanze varietali e fenoliche. 

Quest’oggi vi parlo della Biancuzita 2014, il cru aziendale di Falanghina. Nel calice si tinge di una vivida tonalità paglierina dai riflessi giovanili. Al naso emergono profumi esotici di ananas non perfettamente matura, di mandarino e di nespola, accompagnati da toni floreali di peonia ed erbacei di macchia mediterranea. Il sorso è d’impatto, ricco, avvolgente, sorretto da una grande freschezza ed una sapidità che lo rende quasi masticabile, e completato da una lunga ed appagante chiusura di bocca incentrata sui toni fruttati ed erbacei. Una grande espressione di Falanghina in purezza, caratterizzata da una buona struttura, equilibrio e piacevolezza, che in un paio d'anni saprà regalare sicuramente una maggior compiutezza e degli spunti in più su cui riflettere. Attualmente è un vino che berrei intorno ai 10°C su antipasti e primi di pesce, in particolar modo con un’insalatina di Ceci e Gamberi profumata al rosmarino.

Prezzo in enoteca: 10-15€
Contatti: www.torreaoriente.com

Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
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domenica 1 aprile 2018

Maroccia, San Giovanni, 2007

Di Antonio Indovino

Paestum Aglianico IGT, Maroccia, San Giovanni, 2007

Maroccia 2007 San Giovanni
Ci troviamo nel Parco Nazionale del Cilento, a Punta Tresino, su uno dei tratti di costa più belli del sud Italia. Qui, affacciati sul Parco Marino di Castellabate, nel 1993 ha preso vita il sogno di Mario Corrado ed Ida Budetta: l’Azienda Agricola San Giovanni. Entrambi affermati professionisti, non hanno saputo resistere al richiamo di quelle terre incontaminate che il papà di Mario aveva acquistato alla fine degli anni '70. I primi passi sono stati difficili, senza energia elettrica nè telefono, vissuti a capofitto nell’attento recupero di quelle vecchie vigne impiantate negli anni '80, e nella rispettosa ristrutturazione dei casolari esistenti. Nel '99, poi, la scelta coraggiosa di cambiare in maniera netta il loro stile di vita, trasferendosi proprio lì, a Punta Tresino. Non hanno mai voluto acquistare uve, limitandosi ai frutti dei 4ha vitati su 12 di proprietà: per conservare il naturale equilibrio di quell’ecosistema in cui, oltre alla vigna, trova dimora anche un uliveto. Mario ed Ida stessi curano la conduzione agronomica, avvalendosi della consulenza enologica di Michele D’Argenio: co-autore dei 5 vini prodotti in Azienda.
 

Quest’oggi vi parlo del Maroccia 2007, un Aglianico vinificato in acciaio e maturato 24 mesi in barrique.
A 10 anni pieni dalla vendemmia si presenta in splendida forma, tinto di una vivida e fitta veste che vira verso il granato nell'orlo del bicchiere. Il naso è una fusione perfetta di confettura di lamponi e ciliegie nere sotto spirito, di carruba, grafite, liquirizia, resina di pino e macchia mediterranea. Il sorso ha spessore e carattere, avvolge per ricchezza glicerica e denota una bevibilità invidiabile per l’azione lenitiva degli acidi, che idratano il palato al seguito di un tannino vigoroso, ma ben maturo, e di una salinità quasi marina. La chiusura di bocca dona un piacere assoluto, per ricchezza, coerenza e lunghezza aromatica: il valore aggiunto a sigillo di un vino che vive in una fase di grande integrità ed armonia, capace di appagare in pieno e di aprire, al contempo, ulteriori e future prospettive di evoluzione. Un rosso da stappare in anticipo, e da bere a 16°C, in un ampio calice, con un Ragù di Cinghiale.


Prezzo in enoteca: 25-30€ (per le ultime annate in commercio)
Contatti: www.agricolasangiovanni.it 

Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina
 

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